Ludlum Robert - 1979 - Il Circolo Matarese by Ludlum Robert

autore:Ludlum Robert [Ludlum Robert]
La lingua: ita
Format: epub, mobi
Tags: Thrillers, Fiction
ISBN: 9788858625910
Google: QmQT0HuG2iMC
Amazon: B007NV9032
editore: Bur
pubblicato: 2012-03-14T23:00:00+00:00

La osservò all'altro lato della camera d'albergo mentre toglieva la nuova gonna dalla scatola e se la metteva in grembo, come per controllarne le imperfezioni.

La prigioniera era ormai libera e poteva prendere le proprie decisioni; sebbene avesse deplorato i prezzi esorbitanti dell'Excelsior, non si era rifiutata di consentirgli di comprarle capi di vestiario. Si trattava quasi di un gioco. Ella sbirciava Bray e, se lui annuiva, si accigliava, simulando disapprovazione ed esaminando invariabilmente il cartellino del prezzo, ma soltanto per ripensarci adagio e riconoscere, in ultimo, il suo buon gusto.

La moglie di Scofield si era comportata nello stesso modo a Berlino Ovest. A Berlino Ovest questo era stato uno dei loro giochi. Karine continuava a crucciarsi a causa del denaro. Un giorno avrebbero avuto figli, il denaro era importante, e il governo non pagava con generosità.

Nessun funzionario di grado dodicesimo della carriera diplomatica avrebbe potuto permettersi di aprire un conto in banca in Svizzera.

Naturalmente, Scofield lo aveva già. A Berna. E a Parigi, a Londra, nonché, s'intende, a Berlino. Ma si era ben guardato dal dirglielo; la sua vita professionale non aveva mai toccato Karine. Finché ella ne era stata toccata in modo definitivo. Se le cose fossero andate diversamente, avrebbe potuto intestarle uno di quei conti in banca.

Maledizione! Era stato sul punto di farlo! Una questione di poche settimane appena!

«Sei così lontano da me.»

«Cosa?» Bray portò il bicchiere alle labbra; fu soltanto un riflesso, poiché lo aveva già vuotato. Gli accadde di pensare che stava bevendo troppo.

«Mi guardi, ma non credo che tu mi veda.»

«Certo che ti vedo. Sento la mancanza del cappellino. Mi piaceva quel cappellino bianco.»

Ella sorrise. «Non si porta il cappello in casa. Il cameriere che ci ha servito la cena mi avrebbe creduta matta... Grazie ancora per tutti questi doni.» Antonia guardò le scatole accanto alla poltrona. «È come la vigilia di Natale. Non so quale aprire adesso.» Poi rise. «Ma non ho mai avuto un Natale come questo in Corsica! Papà sarebbe rimasto accigliato per un mese, dopo aver visto simili regali. Sì, ti sono sinceramente grata.»

«Non è affatto necessario.» Scofield, in piedi accanto al tavolino, versò altro wshisky nel bicchiere. «Sono equipaggiamento. Come la macchina per scrivere, o l'addizionatrice o gli schedari in un ufficio. Fanno parte del lavoro.»

«Capisco.» Antonia rimise la blusa e la gonna nella scatola. «Ma tu no» soggiunse.

«Come hai detto, scusa?»

«Niente. Il whisky ti aiuta a rilassarti?»

«Sì, si potrebbe dire così. Ne gradiresti un po' anche tu?»

«No, grazie. Sono più rilassata di quanto lo sia mai stata da molto tempo. Sarebbe sprecato.»

«A ciascuno secondo le sue necessità. O i suoi desideri» disse Scofield, lasciandosi cadere su una poltrona. «Puoi andare a letto, se vuoi. Domani sarà una lunga giornata.»

«La mia compagnia ti dà noia?

«No, naturalmente no.»

«Ma preferisci restare solo.»

«Non ci avevo pensato affatto.»

Anche Karine soleva dire così. A Berlino Ovest, quando c'erano difficoltà, ed io me ne stavo solo, sforzandomi di pensare come avrebbero pensato gli altri. Lei parlava, ma non l'ascoltavo. E si adirava, anzi no, si offendeva, e diceva: «Preferiresti restare solo, vero?» Era così, infatti, ma non potevo spiegarle.

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